Il 6 luglio 2024 è stata una data cruciale per il recepimento della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) nell’ordinamento nazionale degli Stati membri dell’Unione Europea. Infatti la CSRD impone nuove e più rigorose norme per la rendicontazione sulla sostenibilità, sostituendo e ampliando le precedenti direttive come la Non-Financial Reporting Directive (NFRD).
La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), o CSRD Direttiva Europea, rappresenta un passo fondamentale verso un futuro più sostenibile per le aziende e per il pianeta. Approvata dall’Unione Europea nel dicembre 2022, questa nuova normativa introduce requisiti più rigorosi per la redazione dei bilanci di sostenibilità da parte delle imprese.
In Italia, la Nuova Direttiva CSRD è stata recepita con il D. Lgs. 19 maggio 2023, n. 56, che stabilisce le modalità e i tempi per l’adeguamento delle imprese italiane ai nuovi obblighi.
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ToggleRecepimento della CSRD in Italia: un processo in evoluzione
Il recepimento della Direttiva Europea CSRD in Italia è avvenuto attraverso un percorso articolato che ha coinvolto diversi attori. Ecco le tappe principali:
16 febbraio 2024: Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) pubblica la bozza del decreto attuativo per la consultazione pubblica. Il documento, elaborato dal Dipartimento del Tesoro e dalla Ragioneria Generale dello Stato, recepisce la CSRD nel diritto italiano, definendo gli obblighi di reportistica per le imprese interessate.
18 marzo 2024: Si chiude la consultazione pubblica sul decreto attuativo. Le parti interessate, tra cui associazioni di categoria, imprese e organizzazioni della società civile, hanno potuto inviare i loro commenti e suggerimenti al MEF.
6 luglio 2024: Scadenza per il recepimento della CSRD da parte degli Stati Membri. L’Italia ha recepito la direttiva entro la data stabilita, pubblicando il D. Lgs. 19 maggio 2023, n. 56. Il decreto definisce le modalità e i tempi per l’adeguamento delle imprese italiane ai nuovi obblighi.
Tempi di recepimento per le aziende
Le aziende dovranno adeguarsi ai nuovi obblighi di reportistica in base alle loro dimensioni e al settore di attività:
Grandi imprese: dovranno redigere il primo bilancio di sostenibilità relativo all’esercizio finanziario 2024 e presentarlo entro il 30 dicembre 2025.
Imprese di media dimensione: dovranno redigere il primo bilancio di sostenibilità relativo all’esercizio finanziario 2025 e presentarlo entro il 30 dicembre 2026.
Piccole imprese: dovranno redigere il primo bilancio di sostenibilità relativo all’esercizio finanziario 2026 e presentarlo entro il 30 dicembre 2027.
È importante sottolineare che il recepimento della CSRD è un processo in continua evoluzione. Il MEF, in collaborazione con Consob, ha avviato un tavolo di lavoro permanente per monitorare l’attuazione della direttiva e per fornire alle imprese le necessarie linee guida.
Pertanto, il recepimento della CSRD rappresenta un’importante sfida per le imprese italiane, ma anche un’occasione per cogliere nuove opportunità di business e per contribuire a un futuro più sostenibile.
Cosa cambia con la CSRD?
La CSRD introduce diverse novità rispetto alla precedente normativa sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD) con un significatvo ampliamento del campo di applicazione. Ma quali aziende sono coinvolte?
In particolare, sono interessate:
Grandi imprese:
Società quotate in borsa, indipendentemente dal settore di attività; Società non quotate che superano almeno due dei seguenti criteri dimensionali:
Numero medio di dipendenti durante l’esercizio finanziario superiore a 250;
Totale dello stato patrimoniale alla fine dell’esercizio finanziario superiore a 20 milioni di euro;
Ricavi netti dell’esercizio finanziario superiori a 40 milioni di euro.
PMI quotate:
Tutte le PMI quotate in borsa, ad eccezione delle microimprese. Le microimprese sono definite come quelle che hanno un numero medio di dipendenti inferiore a 10, un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro e uno stato patrimoniale annuo non superiore a 2 milioni di euro.
Altre società:
Enti di interesse pubblico (EIP) che operano nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti, delle poste e delle telecomunicazioni;
Imprese controllate da grandi imprese soggette alla CSRD, se la capogruppo è residente in uno Stato membro dell’UE e le controllate generano ricavi netti nell’UE superiori a 150 milioni di euro per due anni consecutivi.
È importante sottolineare che la CSRD si applica anche alle società straniere che operano in Italia se superano i suddetti criteri dimensionali.
Semplificando
Per semplificare, possiamo dire che la CSRD interessa in generale tutte le grandi imprese e le PMI quotate, ad eccezione delle microimprese. Sono inoltre incluse alcune categorie di società non quotate, come gli enti di interesse pubblico e le controllate di grandi imprese UE con elevati ricavi in Italia.
Con la CSRD, l’Europa compie un passo importante verso una maggiore Maggiori requisiti di informativa: Le imprese dovranno redigere bilanci di sostenibilità più completi e dettagliati, utilizzando i nuovi Standard Europei di Rendicontazione della Sostenibilità (ESRS).
Verifica obbligatoria: I bilanci di sostenibilità dovranno essere sottoposti a verifica indipendente da parte di un revisore esterno.
Con la CSRD, l’Europa compie un passo importante verso una maggiore trasparenza e sostenibilità delle imprese. Le aziende interessate dovranno adeguarsi ai nuovi obblighi con attenzione e tempestività, cogliendo l’occasione per migliorare le proprie performance ESG e per creare valore a lungo termine.
Vantaggi per le aziende, l’ambiente e la società
L’adozione della CSRD può apportare numerosi vantaggi a diversi livelli, per esempio:
Per le aziende un Miglioramento dell’immagine e della reputazione: La CSRD può contribuire a migliorare l’immagine e la reputazione delle aziende, rendendole più attrattive per investitori, clienti e partner.
Riduzione dei rischi: La maggiore trasparenza favorisce una migliore gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance, riducendo potenziali impatti negativi sull’azienda.
Nuove opportunità di business: L’adozione di pratiche sostenibili può aprire nuove opportunità di business e creare valore aggiunto.
Per l’ambiente la Promozione della sostenibilità: La CSRD incoraggia le aziende a integrare la sostenibilità nella loro strategia aziendale, contribuendo, di conseguenza alla lotta ai cambiamenti climatici e alla tutela dell’ambiente.
Minore impatto ambientale: Le imprese saranno spinte a ridurre il loro impatto ambientale, misurando e rendicontando le loro emissioni e il consumo di risorse.
Per la società lo Sviluppo sostenibile: La CSRD promuove lo sviluppo sostenibile, favorendo la creazione di una società più equa e inclusiva.
Maggiore consapevolezza: La CSRD aumenta la consapevolezza dei cittadini sulle tematiche di sostenibilità e incoraggia le imprese a comportarsi in modo responsabile.
Conclusioni
La CSRD Direttiva rappresenta un cambio di paradigma nel modo in cui le imprese vengono valutate. Non basta più guardare solo ai profitti, ma è necessario considerare anche l’impatto sociale e ambientale delle loro attività. Le aziende che sapranno cogliere questa sfida saranno quelle che avranno successo nel futuro. Per ulteriori informazioni potete contattare Parry & Associati allo 039.2305245.